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La mia storia

Quanto tempo è passato da quando ho iniziato a lavorare in un laboratorio fotografico. Il mio primo stipendio 170.000 Lire + 10.000 di mancia per aver aggiustato una smaltatrice con cui si lucidavano le stampe bianco e nero, avevo 14 anni.
Tutto è iniziato quando mio padre, direttore dello storico Studio Fotografico Chiolini di Pavia (è rimasto un importante archivio storico conservato presso i Civici Musei di Pavia) mi ha voluto far crescere accanto a lui, e mi ha fatto capire da subito che essere “figlio” significava lavorare doppio, non la metà.
Le mie mansioni erano quelle della gestione del trattamento chimico – già, una volta la fotografia era fatta di questo! – poi allo sviluppo alla stampa. E poi, ovvio… dopo 18 anni passati in laboratorio ed essermi occupato di tutti i processi di sviluppo e stampa amatoriali e professionali, è arrivato il desiderio di passare anche dall’altra parte, quello della ripresa, quindi ho mosso i primi passi verso questa mia evoluzione.
Sono iniziati gli anni complicati: a livello personale, proprio quando serviva di più un orientamento saggio, quando la fotografia ha iniziato il suo cammino verso il digitale, è venuto a mancare mio padre, e poi c’è stata la rivoluzione che oggi tutti conosciamo: basta con le pellicole, basta con gli sviluppi, ma non certo la fotografia. I grandi laboratori hanno subito questa rivoluzione, e hanno subito il crollo… compreso lo Studio Chiolini.
Ma sapevo di poter contare su competenza, passione e voglia di fare, quindi ho aperto un mio laboratorio insieme a degli amici.Un’avventura durata 10 anni, poi ho capito presto a mie spese che non si poteva far finta che tutto potesse rimanere ancorato al passato, e mi sono proiettato nel futuro…Detta così sembra semplice, in realtà è stato molto faticoso ripartire da zero, accettare che tutte le competenze (quasi tutte…) venissero azzerate, ma è così che si rimane giovani, no?
Ho capito che la meravigliosa crescita di popolarità della fotografia e gli strumenti sempre più semplificati e potenti in mano a tutti offriva la possibilità di un posizionamento ben più alto, quindi ho puntato a cercare la qualità più elevata, ed in particolare ho ricercato nella fotografia d’interni, architettura e nei ritratti la mia specializzazione.
Oggi lavoro principalmente con i ritratti fotografici e con la fotografia di interni.
In fondo sono rimasto uno smanettone, uno a cui piace sperimentare. Gli amici prendendomi in giro mi chiamano MacGyver per la mia manualità nell’aggiustare le cose senza ricambi o costruire oggetti con pezzi vari presi qua e la.
Ma la fotografia non è solo una professione è parte di me, ed ho modo, grazie ai miei progetti fotografici, di ampliare ulteriormente il mio percorso di ricerca e sperimentazione:
Scattoinscatola – Istantanee nel suo contenitore
Ritratti in Pop Art – uno studio sul ritratto stilizzato, per andare oltre il ritratto fotografico classico
Volando con un puzzle – tutti i 190 Comuni della provincia di Pavia fotografati da un aeroplano in tutte e 4 le stagioni. 190 pezzi stampati e sagomati con le reali forme dei Comuni per creare un grande puzzle. Progetto durato 9 anni
Dialogo sulla libertà, per scelta per colpa - Un percorso nelle carceri e nei monasteri. Ancora in corso.
Uno nessuno e CENTOmila – 100 scatti dello stesso soggetto compongono una sola immagine. 100 scatti, 100 opinioni, la stessa identità.
Pixel d'Argento – corsi di fotografia “dall'idea alla stampa, per non entrare a far parte della generazione dei ricordi persi”. Aiuto i partecipanti a sviluppare un racconto (il perché fotografi è più interessante del come fotografi ma il come, la tecnica, è necessaria per arrivare a perché)